Patologie Proctologiche
Le patologie proctologiche interessano prevalentemente la parte terminale dell’intestino (retto e ano) e colpiscono pazienti sia di sesso maschile che femminile.
Come dirigente medico di I livello nel reparto di Chirurgia Generale presso l’Ospedale Ferrari di Casarano (LE) mi occupo di:
Emorroidi
Le emorroidi sono un tessuto molto vascolarizzato localizzato nella parte più distale del retto e del canale anale, che in alcuni casi possono portare a fastidiosi sintomi di sanguinamento e di prolasso. Il dolore non è frequente e soprattutto nei casi di complicanze (trombosi emorroidaria). La diagnosi si basa sull’ispezione della regione anale e successivamente prevede l’esclusione, nel caso di sanguinamento rettale, di altre patologie del colon e del retto che richiedono la precedenza nel trattamento. Una volta che gli esami hanno escluso eventuali patologie più gravi a monte, il trattamento dipende dalla gravità della malattia emorroidaria e varia , a seconda dei casi, dalla terapia medica per le situazioni meno gravi fino a vari tipi di interventi chirurgici che tengono in considerazione il paziente, le sue comorbidità, e l’anatomia delle emorroidi.
Ragade Anale
La ragade anale è un’ulcerazione presente sullo sfintere anale che si manifesta con dolori lancinanti e che si riacutizzano con l’evacuazione. E’ favorita dall’eccessiva contrazione del muscolo sfinteriale (ipertono) che reagisce al dolore contraendosi, a sua volta peggiorando il dolore stesso. Alcune volte è presente il sanguinamento rettale ed in questi casi la diagnosi prevede innanzitutto l’esclusione di altre patologie più gravi che richiedono la precedenza nel trattamento.
Tutte le terapie, mediche e chirurgiche, della ragade anale sono in realtà volte a guarire l’ipertono dello sfintere mediante una normalizzazione della contrazione. Tali terapie vengono impiegate con un approccio “stepwise”, cominciando da quelle meno invasive e via via procedendo a quelle chirurgiche.
Ascessi e fistole perianali
Rientrano nella sepsi perianale, dove la fase acuta (ascesso) può esitare nella componente cronica (fistola) nel 16-24& dei casi. Entrambe le patologie derivano nella maggior parte dei casi da infiammazioni delle ghiandole anali che creano una raccolta di pus nel grasso circostante, tuttavia in alcuni casi tali manifestazioni sottintendono patologie infiammatorie intestinali o sistemiche più gravi e che richiedono approcci diagnostici e terapeutici particolari.
La terapia delle fistole perianali non è univoca e dipende dal tipo di fistola e dalla loro posizione rispetto agli sfinteri e può variare dall’apertura del tragitto fistoloso (fistulotomia), nell’l’asportazione delle pareti della fistola (fistulectomia – radicale o parziale) al posizionamento di un laccio nel tramite fistoloso (setone) che viene messo periodicamente in tensione fino alla completa guarigione del tramite fistoloso.
Cisti pilonidale
La cisti (o sinus) pilonidale è una raccolta di pus della regione sacrale che va asportata insieme alle fistole eventualmente presenti. La breccia rimanente può essere chiusa direttamente o lasciata aperta, nel qual caso occorrono delle medicazioni postoperatorie. La scelte tra le due tecniche di chiusura è dettata dalla grandezza della cisti, dall’infiammazione dei tessuti oltre che dall’esperienza del chirurgo. In caso di asportazioni molto estese può essere necessario ricostruire la zona mediante tessuti normali prelevati dalle zone vicine (lembi).
Incontinenza fecale
L’incontinenza fecale è una sindrome, ovvero una manifestazione clinica che deriva da diverse cause spesso presenti in varie combinazioni nello stesso paziente fino a produrre i classici sintomi delibitanti. L’obiettivo di un trattamento corretto è il miglioramento della qualità di vita, tuttavia l’eziologia complessa e variegata della sindrome non consente una terapia standard ma richiede l’esecuzione di esami specifici per inquadrarne correttamente le diverse cause e quindi impostare la terapia medica, riabilitativa o chirurgica (o la combinazione delle tre) per migliorare i sintomi presenti.
Stenosi anale
È una patologia invalidante che consiste in difficoltà all’evacuazione dovuta a un restringimento progressivo dell’orifizio anale. Si manifesta con feci di calibro progressivamente inferiore, evacuazioni che risultano progressivamente più laboriose, nei casi più gravi blocco completo. La diagnosi prevede un corretto esame obiettivo e la terapia prevede, a seconda della gravità, vari trattamenti chirurgici inclusi gli interventi di lembi muco cutanei che servono a sostituire il tessuto cicatriziale con tessuto elastico normale.
Idrosadenite suppurativa
È una patologia complessa delle ghiandole sudoripare che si manifesta nella zone perineali, inguinali, ascellari, più raramente sacrali, caratterizzate dalla formazione di ascessi multipli e recidivanti. Per la presentazione clinica la patologia è spesso trattata con il semplice drenaggio dell’ascesso, tuttavia per una terapia efficace e duratura è necessaria una diagnosi corretta in quanto la patologia necessita, per una completa guarigione, di un approccio combinato tra il chirurgo ed il dermatologo.